“Ecco,
io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io
entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.”
Apocalisse
3:20
Queste parole di Gesù, credo mi abbiano colpito fin dalla
prima lettura. E spesso ho immaginato che accadesse materialmente. Seduta sulla
panca al tavolo della cucina, mani nelle mani con Fabio, accomodato di fronte a
me, chiudendo gli occhi durante le preghiere di ringraziamento per il cibo, mi
è capitato di visualizzare mentalmente il Signore, seduto al nostro fianco, a
capotavola.
Oppure di
immaginare che la cena che stavo preparando fosse in Suo onore.
Mi piacerebbe
cucinare per Lui, mi suderebbero le mani, e mi cadrebbe troppo sale, però mi
piacerebbe.
E finita la cena mi
metterei seduta ai suoi piedi, come Maria di Betania, per ascoltare le Sue
parole, lasciando a Fabio il piacere di affaccendarsi a sparecchiare e lavare i
piatti. Qualcuno deve pur indossare i panni di Marta e non vedo perché dovrei
essere io… che tra l’altro ho anche cucinato.
Che sogno
emozionante… e nel frattempo si avveri nel “Regno dei Cieli”, mi accontento di
cucinare per diletto e chi vuole è invitato! :)
Non ricordo quando sia
nata la mia passione per “l’arte culinaria”, tuttavia ho stampato nella mente
il ricordo del “primo piatto” che ho preparato.
Penso avessi
all’incirca sei, sette anni di età, e che si trattasse di un pranzo domenicale.
A casa mia (o meglio la casa dei miei), il
cuoco era papà… se s’impegnava il risultato poteva essere buono, peccato
capitasse spesso che annientasse i sapori con la cipolla, o che facesse
navigare gli spaghetti in troppa acqua, rendendoli somiglianti a dei viscidi
vermicelli impegnati a ballare la lambada nel piatto _ che orrore _ o che il menù fosse composto da una monotona chilata
di pasta in bianco.
Chissà perchè non amo particolarmente
questo alimento…
Invece la mamma
cucinava forse quattro volte all’anno, eppure quelle volte erano memorabili.
L’ho sempre detto
che era un uomo nel corpo di una donna: potevate darle un saldatore o la colla
a caldo, e la rendevate felice, ma se le davate un mestolo… beh, il cibo era buono da leccarsi i baffi ma
la cucina… wow, si trasformava nell’angolo del piccolo alchemico e il tavolo
magicamente si riempiva di vasche vaschette e contenitori, perché era uno
spreco per lei cucinare unicamente quattro porzioni, no, se stava ai fornelli doveva
sfruttare l’estro del momento e far scorta. Mettersi a pulire tutti i ripiani
da lavoro per quattro piatti non aveva senso. Il gioco non valeva la
candela, meglio preparare in un botto solo il cibo per i rimanenti giorni
dell’anno.
Lasagne e
castagnaccio erano le sue specialità, e pur bastando per un intero reggimento
proveniente da un mese di digiuno forzato sotto le armi, io mi dovevo tenere la
bavetta perché centellinava le porzioni per far durare il risultato dei suoi
sforzi culinari (sforzo che percepiva al pari dell'aver scalato l’Everest a mani
nude), fino al disgelo.
Sembravo un cagnolino in attesa che dal tavolo
cadesse così, per sbaglio, una porzione in più di castagnaccio e una sfoglia di
lasagna.
Quanto amavo la mia
mamy, era una donna speciale.
Però tornando a
quel giorno, finito il pranzo domenicale credo a base di risotto (specialità di
papà), l’estro venne a me.
Bimbetta delle elementari con gli occhi luccicanti
per l’idea geniale che in un’istante si
accese come una lampadina, balzando in piedi dissi: ‹‹Mamma, papà, oggi il dolce lo preparo io!››
Guardandomi come si
guarda un fenomeno da circo in miniatura, acconsentirono scettici, e a quel
punto, imponendogli di chiudere gli occhi, presi tutto il necessario e scappai
con il bottino sotto braccio, come un ladro ghignante, andando in un’altra stanza, in
cui creare il futuro “dolce dell’anno”, lontano da occhi indiscreti.
Tutta emozionata
affettai, versai, affettai, versai, affettai, versai, per poi tornare gongolante
dai miei genitori, che nel frattempo avevano richiuso gli occhi sotto un mio
ordine perentorio.
Tenendo in mano il
mio capolavoro, mentre soddisfatta ponevo le ciotole sotto il naso dei miei, mi
caddero delle gocce di liquido.
‹‹Ora potete aprire
gli occhi! Tadaaan!››.
Bastò un loro
sguardo per smorzare la mia euforia.
‹‹Ste fa’ cusé?!›› esordi mio papà nel
solito dialetto milanese.
‹‹Vivì›› continuò
la mamma. ‹‹Tutta questa messa in scena per delle banane affettate galleggianti
nel latte con sopra una spruzzata di nesquik? Ma dai…››.
E pensare che mi
ero impegnata tanto. Io ci credevo.
La brillante
carriera da chef si concluse con due gote rosse accompagnate da due occhi
lacrimosi.
Giudicando il
piatto, avevo un futuro come cuoca, non trovate anche voi?
Passarono gli anni
e si attenuò quel ricordo disastroso, tanto che convinsi la mamma a prendermi
libri di scuola di cucina, ricettari, attrezzi vari… e in solitaria con la
cucina, sperimentai, affettai, versai, mescolai… e pensate! I piatti mi
uscivano, alla faccia dei miei genitori sfiduciati, che poi si sbaffavano
tutto.
Che soddisfazione…
ricordo ancora quando mesi prima di morire la mamma mi disse: ‹‹Oggi tua
cognata mi ha fatto le omelette, ma come le fai tu non le fa nessuno.››
Che gioia renderle
piacevole un pranzo o una cena. Ora mi manca cucinare per lei. Perché nel tempo
sono perfino migliorata, a quanto dicono, e mi piacerebbe mostrarle qualche
piatto nuovo...
Viene dichiarato che un bravo
cuoco non deve sporcare… ehm… se devo
basarmi su questa affermazione, mi sa
che sono solo una sguattera con la passione sbagliata.
E’ vergognoso il
modo in cui riduco la cucina, e non mi sembra giusto nascondervelo, per non
parlare di quando faccio i dolci, le orme di farina lasciate dai piedi e dalle
zampe per tutta casa, non si contano.
Ma che ci volete
fare? Pur abbandonandola in certi periodi, per causa di forza maggiore, io e la
cucina siamo vere amiche perché non ci siamo mai lasciate.
Perciò, di nuovo
come una bambina gongolante, sono troppo felice di poter condividere con altre
persone la mia passione e alcune umili ricettine, ringraziando sempre Dio per
questa passione e per questa possibilità.
Tranquilli… latte e
banane galleggianti non faranno parte del menù.
Spero di riuscire a
postare una ricetta alla settimana e soprattutto spero che vi piaceranno e che
le sperimenterete con i vostri palati! Siete tutti invitati!
Dovuti
ringraziamenti andranno a chiunque non mi tirerà le uova ;)
Allora a presto con
la prima ricetta!
Per chi non conoscesse il racconto di Marta e Maria, e fosse
curioso, lo potrà trovare in Luca 10:38-42. :)
Vivy,
RispondiEliminami sono letta tutto d'un fiato: toccante il tuo racconto, sei partita da un passo e mi hai portata per mano nella tua famiglia, tra gli spadellamenti di tua mamma (in cui un po' mi rivedo :D) e mi hai fatto sorridere e pensare. Brava! Grazie per il tuo graditissimo pensiero, mi ha fatto molto piacere, a presto Vivy
Blogghidee, grazie a te!! E sinceramente grazie a Dio di questa possibilità e del fatto che ho potuto trasmettere qualcosa... il cuore mi esplode. Che dire? Sono felice.
RispondiEliminaA presto :)
vivi io non amo e non tento neanche' di imparare a cucinare,faccio solo se necessario ,non sono neanche una mangiona come mi disse il buon Alfedo quando ci vedemmo la prima volta :)
RispondiEliminaClaudia! non ti preoccupare... cucino io per te! :D e sarò felice un giorno se potrò farlo di persona ;)
EliminaPoi credimi, alcune ricette saranno così semplici che ci vorranno pochi minuti per realizzarle!
un abbraccione!
la tua passione per la cucina spero un giorno di poterla provare, anche perchè sia io che Sonia amiamo più mangiare che cucinare(in casa io sono l'addetto alla carne e lei al resto, quello che facciamo è buono ma nulla di più), però sei molto brava a scrivere e ad inventare, soprattutto il tuo scrivere non annoia e si legge bene, brava, poi col fatto che utilizzi storie e versetti bibblici è perfetto! Anch'io spesso immagino Gesù tra noi e a quante domande gli avrei fatto o solo sentire i suoi sermoni anche per ore, poi penso a chi l'ha visto e vissuto e mi fà rabbia quanti non ne hanno approfittato e che se ci fossi stato io a quei tempi che avrei fatto di diverso? Poi penso non ci sono stato ma un giorno ci sarò, meglio immagianarlo ora che cè ma non si vede dato che sono beato e vederlo poi dal vivo un giorno, che prima dal vivo e non dopo! Chissà quando ma prenotami un tavolo a casa vostra!
RispondiEliminaGrazie per tutti i complimenti Cristian! E gloria al Signore che mi da la possibilità di farlo perchè è Lui la mia ispirazione e mi aiuta in ogni cosa che faccio e gli sono tanto grata se posso trasmettere qualcosa di positivo :D
EliminaSì... è inimmaginabile, ma la splendida verità è che un giorno saremo con Lui e Lo vedremo faccia a faccia...
E certo certo certo che ti prenoto un tavolo! Per voi cucinerei volentierissimo dall'antipasto al desser :)
Comunque la prima ricetta che pubblicherò sarà così semplice ma così semplice che anche un bambino potrà cucinarla!
Dio volendo un giorno cucineremo insieme ;)
RispondiEliminaCerto!!! e sarà fantastico! posso soffiarti addosso un pò di farina? ;) scherzo ovviamente! :D
EliminaSono convinto che la tua mamma ti ha trasmesso tantissimo della sua passione e del suo estro compreso quello di lasciare la cucina come se ha subito un'esplosione :-) e io ne sò qualcosa che ogni sabato e domenica indosso i panni di MARTA! Però è giusto che i tuoi lettori sappiano che abbiamo una cucina un pò piccola e quindi l'enorme accatastamento di piatti, pentole,padelle,bicchieri,mestoli e anche altre cose che con la cucina non c'entrano e che mi fanno sempre dubitare del fatto che in casa siamo solo in due, non è tutta colpa tua! :-) Adesso vado che devo prepararmi psicologicamente ad indossare i panni di MARTA infatti domani è sabato!!! :-)
RispondiEliminaahahahaha!! si dalla mamma ho preso parecchio in effetti :)
RispondiEliminaMa non dire così che fai sembrare che in casa non faccio niente! ^_^ Ok, lo ammetto, non sono una casalinga perfetta, meno male che ci sei tu, e che ti piace tanto indossare i panni di Marta! :D